Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 6 aprile 2025

Domenica di Passione ("Iúdica me")

Per una visione d'insieme su questo tempo litugico, vedi: Cap. I - Storia del tempo di Passione e della Settimana Santa [qui]; Cap. II - Mistica del Tempo di Passione [qui]; Pratica del tempo di Passione e della Settimana Santa [qui].


Domenica di Passione

Oggi, se udirete la voce del Signore, non indurite i vostri cuori.
Intróitus
Ps. 42, 1-2 - Iúdica me, Deus, et discérne cáusam meam de gente non sancta: ab hómine iníquo et dolóso éripe me: quia tu es Deus meus, et fortitúdo mea. Ps. 42, 3 - Emítte lucem tuam et veritátem tuam: ipsa me deduxérunt, et adduxérunt in montem sanctum tuum, et in tabernácula tua.
(Omíttitur: Glória Patri…) 
Ps. 42, 1-2 - Iúdica me, Deus 
Introito
Sal. 42, 1-2 - Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa da gente malvagia: liberami dall’uomo iniquo e fraudolento: poiché tu sei il mio Dio e la mia forza. Sal. 42, 3 - Manda la tua luce e la tua verità: esse mi guidino al tuo santo monte e ai tuoi tabernacoli.
(Si omette il: Gloria al Padre…)
Sal. 42, - Fammi giustizia, o Dio

L’insegnamento della Liturgia.

La santa Chiesa comincia oggi il Mattutino con queste gravi parole del Re Profeta. Una volta i fedeli si facevano un dovere d’assistere all’ufficiatura notturna, per lo meno le Domeniche e le Feste, perché ci tenevano a non perdere nessun insegnamento della Liturgia. Ma dopo tanti secoli la casa di Dio non fu più frequentata con quell’assiduità che formava la gioia dei nostri padri; e un po’ alla volta anche il clero cessò di celebrare pubblicamente gli uffici che non erano più seguiti. All’infuori dei Capitoli e dei Monasteri, non si sente più risuonare il coro così armonioso della lode divina, e le meraviglie della Liturgia non sono più conosciute dal popolo cristiano che in una maniera imperfetta.

sabato 5 aprile 2025

Sabato Sitientes, Ultimo giorno di Quaresima

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement
Sabato 5 aprile 2025
Sabato Sitiente, Ultimo giorno di Quaresima
Gregory Di Pippo

Nei libri liturgici del rito romano tradizionale, oggi è l'ultimo giorno della "Quadragesima", la parola latina per Quaresima; dalla metà del IX secolo, domani è stato chiamato "Dominica de Passione", solitamente tradotto in inglese come "Domenica della Passione". Le ultime due settimane della stagione sono note collettivamente come "Tempus Passionis"; l'usanza di unirle come periodo liturgico distinto dal resto della Quaresima è unica del rito romano. Tuttavia, il carattere liturgico specifico di questo periodo è più antico della sua nomenclatura formale e la messa tradizionale per oggi segna la transizione in diversi modi.

Vescovo Strickland: "Molti cattolici, compreso il clero, sbagliano nel credere che la dottrina possa evolversi con lo spirito dei tempi".

Nella nostra traduzione da Infovaticana. Qui l'indice dei precedenti interventi di mons, Strickland.

Vescovo Strickland: "Molti cattolici, compreso il clero, sbagliano
nel credere che la dottrina possa evolversi con lo spirito dei tempi".

Il vescovo Joseph Strickland ha lanciato l'allarme nel podcast The Voice of a Shepherd [La Voce di un Pastore] circa la grave crisi che oggi affligge la Chiesa cattolica, sia a livello interno che internazionale.

Nelle sue dichiarazioni, il prelato americano, estromesso da Francesco [vedi], ha denunciato l'avanzata del modernismo, la confusione dottrinale, la decadenza morale e la diffusa perdita della fede. E affermato: «Oggi la Chiesa si trova ad affrontare prove interne ed esterne: modernismo, confusione dottrinale, declino morale e una diffusa perdita della fede. "Il sacro viene spesso profanato, la tradizione viene scartata e l'errore viene tollerato, persino incoraggiato, sotto le mentite spoglie del progresso".

venerdì 4 aprile 2025

Venerdì della IV Settimana di Quaresima

Venerdì della IV Settimana di Quaresima 

Gv. 11,1-45
La risurrezione di Lazzaro S. Agostino

La morte, castigo del peccato e causa di tante lacrime per l'uomo, intenerisce il Cuore di Cristo.  (S. Agostino)

Dalla lettura precedente ricorderete che il Signore sfuggì dalle mani di coloro che volevano lapidarlo, e si ritirò oltre il Giordano dove Giovanni battezzava (cf. Gv 10, 39-40). Ora, mentre il Signore stava in quel luogo, Lazzaro si era ammalato in Betania, un villaggio che era vicino a Gerusalemme. Maria era colei che unse di unguento profumato il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli. Era suo fratello Lazzaro ch'era ammalato. Dunque, le sorelle mandarono a dire a Gesù (Gv 11, 2-3). Sappiamo già dove mandarono il messaggio a Gesù, poiché sappiamo dove egli era: era assente e si trovava al di là del Giordano. Mandarono a dire al Signore che il loro fratello era ammalato, e per pregarlo di venire a liberarlo dalla malattia. Egli ritardò a guarirlo, per poterlo risuscitare.
Che cosa dunque gli mandarono a dire le sorelle di Lazzaro? Signore, vedi, colui che tu ami è malato (Gv 11, 3). Non dissero: Vieni subito! A lui che amava era sufficiente la notizia. Non osarono dire: Vieni a guarirlo; oppure: Qui comanda e là sarà fatto. Perché non dissero così anch'esse, dal momento che la fede del centurione era stata tanto lodata per essersi espressa così? Quello infatti disse: Non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito (Mt 8,. Le sorelle di Lazzaro non gli mandarono a dire niente di tutto questo, ma soltanto: Signore, vedi, colui che tu ami è malato. È sufficiente che tu lo sappia; poiché non puoi abbandonare quelli che ami.
Qualcuno dirà: come può Lazzaro rappresentare il peccatore ed essere quindi amato dal Signore? Ascolti la sua parola: Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori (Mt 9, 13). Se infatti Dio non avesse amato i peccatori, non sarebbe disceso dal cielo in terra. Udendo ciò, Gesù rispose: Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per essa sia glorificato il Figlio di Dio (Gv 11,4). Questa glorificazione del Figlio di Dio, non aumentò la sua gloria, ma giovò a noi. Disse che non era per la morte, perché la morte stessa non era per la morte, ma l'occasione di un miracolo, grazie al quale gli uomini avrebbero creduto in Cristo, evitando così la vera morte. Osservate come il Signore in modo indiretto dice che è Dio per quanti negano che il Figlio è Dio.
(Tractatus 49 in Joannem, post initium)
Breviario Romano, Letture dal Mattutino
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La Stazione è a S. Eusebio, presbitero romano. Egli visse nel IV secolo e soffrì per la fede durante la persecuzione degli Ariani, sotto l'imperatore Costanzo.
LEZIONE (3Re 17,17-24). - In quei giorni: Il figlio di una madre di famiglia si ammalò d'una malattia gravissima, che lo fece restare senza respiro. Essa allora disse ad Elia: Che relazione ho io con te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare la memoria delle mie iniquità e per fare morire il mio figlio? Elia le disse: Dammi il tuo figlio. Presolo dal seno di lei, lo portò nella camera dov'egli stava, e lo pose sul suo letto. Poi gridò al Signore, dicendo: Signore Dio mio, avresti dunque afflitto anche questa vedova, presso la quale io sono nutrito, fino a farle morire il suo figlio? Si distese tutto per tre volte sopra il fanciullo, e gridò al Signore, dicendo: Signore Dio mio, ti scongiuro a far tornare nelle sue viscere l'anima di questo fanciullo. Il Signore ascoltò la voce di Elia; essendo ritornato dentro il fanciullo l'anima di lui, egli tornò alla vita. Elia, preso il fanciullo, dalla sua camera lo portò al piano inferiore della casa, e lo consegnò alla madre dicendole: Ecco, il tuo figlio vive. La donna disse ad Elia: Ora sì che riconosco in te l'uomo di Dio, e che la parola di Dio nella tua bocca è verità.
La Risurrezione spirituale.
Un'altra madre oggi viene piangendo a sollecitare la risurrezione del figlio. Questa madre è la vedova di Sarepta, che già conosciamo come la figura della Chiesa dei Gentili. Un tempo aveva peccato come idolatra, ed il ricordo del suo passato la inquieta; ma il Signore, dopo averla purificata ed averla chiamata all'onore d'essere sua Sposa, la consola risuscitandone il figlio. La carità di Elia è l'immagine della bontà del Figlio di Dio. Guardate come questo grande Profeta si distende sul corpo del fanciullo, facendosi piccolo come lui, come vedemmo fare Eliseo. Ravvisiamo qui ancora una volta il mistero dell'Incarnazione. Per tre volte il profeta tocca il cadavere; e per tre volte i Catecumeni saranno immersi nella piscina battesimale con l'invocazione delle tre persone dell'adorabile Trinità. Nella solenne notte di Pasqua anche Gesù dirà alla Chiesa sua sposa: "Ecco, i tuoi figli ora vivono"; e la Chiesa, in un trasporto di gioia, sentirà sempre più la verità delle promesse del Signore. Anche i pagani lo compresero alla loro maniera. Vedendo i costumi di questo nuovo popolo rigenerato con le acque del Battesimo, riconobbero che solo la divinità poteva essere principio d'una sì alta virtù negli uomini. Nel seno dell'impero romano, preda d'ogni dissolutezza, apparve una progenie tutta pura e celeste, e i figli di questa progenie così santa ai suoi albori si trovavano in mezzo a tutte le depravazioni pagane. Dove avevano attinta una tale virtù? Nella dottrina di Gesù, e nei rimedi soprannaturali ch'egli applica alla depravazione degli uomini. Si videro allora gl'infedeli accorrere in folla ad affrontare la prova del martirio, e la Chiesa dilatarsi ed aprire le braccia ad accogliere le generazioni che le dicevano con amore: "Riconosciamo che sei di Dio, e la parola del Signore è nella tua bocca".
VANGELO (Gv 11,1-45). - In quel tempo: Era malato un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria, e di Marta sua sorella. Maria era quella che unse d'unguento il Signore e gli asciugò i piedi coi suoi capelli, ed era infermo il di lei fratello, Lazzaro. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: Signore, ecco, colui che tu ami è ammalato. Ciò udito, Gesù disse loro: Questa non è infermità da morirne, ma è a gloria di Dio, affinché per essa il Figlio di Dio sia glorificato. Or Gesù voleva bene a Marta e a Maria sua sorella e a Lazzaro. E, come ebbe sentito che era infermo, si trattenne ancora due giorni nel luogo dov'era. Dopo di che disse ai discepoli: Torniamo in Giudea. Maestro, gli fecero osservare i discepoli, or ora i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci torni? E Gesù rispose: Non è forse di dodici ore la giornata? Se uno cammina di giorno non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se uno cammina di notte inciampa, perché non ha lume. Così parlò, e dopo soggiunse: Lazzaro, il nostro amico, dorme, ma vado a svegliarlo dal sonno. Dissero perciò i discepoli: Signore, se dorme sarà salvo. Or Gesù aveva parlato della morte di lui, ed essi credevano che avesse parlato del sonno ordinario. Allora Gesù disse loro apertamente: Lazzaro è morto. E di non essere stato là ho piacere per voi, affinché crediate; ma ora andiamo da lui. Disse allora Tommaso, chiamato Didimo, agli altri discepoli: Andiamo anche noi a morire con lui. Gesù dunque andò e trovò Lazzaro nella tomba, già da quattro giorni. Distava Betania circa quindici stadi da Gerusalemme. E molti Giudei eran venuti da Marta e da Maria a consolarle del loro fratello. Or Marta, sentendo che Gesù veniva, gli andò incontro e Maria stava seduta in casa. E Marta disse a Gesù: Signore, se tu eri qui, mio fratello non sarebbe morto. Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la darà. Gesù le disse: Tuo fratello risorgerà. Gli rispose Marta: Lo so che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno. E Gesù: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se morto, vivrà; e chi vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo? Sì, o Signore, essa rispose, io credo che tu se il Cristo, il Figlio di Dio vivo, che sei venuto in questo mondo. E, detto questo, andò a chiamare la sua sorella Maria, dicendole sottovoce: Il Maestro è qui e ti chiama. Essa, ciò udito, si alzò in fretta e andò da lui. Or Gesù non era ancora entrato nel villaggio, ma stava sempre nel luogo dove Marta lo aveva incontrato. Ed i Giudei che stavano con Maria in casa a consolarla, avendola veduta alzarsi in fretta ed. uscire, le tennero dietro, dicendo: Va certo al sepolcro a piangere. Maria, invece, arrivata dov'era Gesù, come lo ebbe veduto, si gettò ai suoi piedi e disse: Signore, se tu eri qui, non sarebbe morto mio fratello; Gesù allora, vedendola piangere, e piangere anche i Giudei che le eran venuti dietro, fremé nello spirito, e, turbatosi in se stesso, disse: Dove l'avete posto? Gli risposero: Signore, vieni e vedi. E Gesù pianse. Onde i Giudei dicevansi: Guarda come l'amava! Ma taluni di essi dissero: E non poteva lui, che aprì gli occhi al cieco nato, fare che questi non morisse? Allora Gesù, di nuovo fremendo in se stesso, giunse al sepolcro: era questo una grotta sopra la quale era posta una pietra. Gesù disse: Togliete la pietra. Gli disse Marta, la sorella, del morto: Signore, già puzza; perché è di quattro giorni. E Gesù a lei: Non t'ho detto che, se credi, vedrai le glorie di Dio? Levarono dunque la pietra. Gesù, allora, alzati gli occhi al cielo, disse: Padre, ti ringrazio di avermi esaudito. Sapevo bene che mi esaudisci sempre; ma l'ho detto per il popolo che mi circondava; affinché credano che tu mi hai mandato. E, detto questo, con gran voce gridò: Lazzaro, vieni fuori. E il morto uscì subito legato piedi e mani con fasce e col viso coperto da un sudario. E Gesù disse loro: Scioglietelo e lasciatelo andare. Molti Giudei, che erano venuti da Maria e da Marta, allorché mirarono quel che aveva fatto Gesù, credettero in lui.
Lazzaro immagine del peccatore.
Rileggiamo pieni di speranza questo fatto meraviglioso che descrive ciò che Gesù opera nelle anime. Ricordiamo quello che fece per la nostra anima, e scongiuriamolo che abbia finalmente compassione dei Penitenti, che, così numerosi su tutta la terra, si preparano a ricevere il perdono che li restituirà alla vita. Oggi non è più una madre che invoca la risurrezione del figlio; ma sono due sorelle che implorano questa grazia per il loro amato fratello: con questo esempio la Chiesa ci spinge a pregare per i nostri fratelli. Ma seguiamo la narrazione evangelica.
Lazzaro prima è malato e languente; poi muore. Il peccatore comincia a lasciarsi andare alla tiepidezza, all'indifferenza, e presto finisce con l'essere ferito mortalmente. Gesù non guarisce l'infermità di Lazzaro: per rendere inescusabili i suoi nemici, vuole operare un sorprendente prodigio proprio alle porte di Gerusalemme; a quegli stessi che fra pochi giorni rimarranno scandalizzati della sua morte vuol mostrare ch'egli è il padrone della vita. In senso morale, Dio qualche volta crede bene, nella sua sapienza, abbandonare a se stessa l'anima ingrata, anche prevedendo la sua caduta nel peccato. La rialzerà più tardi; e la sua confusione servirà a mantenerla nell'umiltà che l'avrebbe preservata.
Le due sorelle Marta e Maria ci appaiono nei loro spiccati caratteri: piangono l'una e l'altra, e tutte e due sono unanimi nella confidenza. A Marta Gesù proclama ch'egli è la Risurrezione e la Vita; chi crede in lui non morrà della morte eterna, la sola da temere. La morte, castigo del peccato e causa di tante lacrime per l'uomo, intenerisce il suo cuore divino. Giunto presso la tomba che racchiude il corpo di Lazzaro suo amico, piange di dolore, e così santifica le lacrime che a noi cristiani strappa l'affetto sulla tomba dei nostri cari. Ma è giunto il momento di sollevare la pietra e di mostrare alla luce del sole il trionfo della morte. Lazzaro giace lì da quattro giorni: è il peccatore inveterato nel suo peccato. Non importa: Gesù non allontana un tale spettacolo. Con quella voce che comanda ad ogni creatura e fa tremare l'inferno, grida: Lazzaro, vieni fuori! e il cadavere balza fuori dal sepolcro. Il morto ha sentito la voce di Gesù; ma le sue membra sono ancora legate, e la sua faccia bendata; non può agire; i suoi occhi ancora non vedono la luce. Gesù comanda che sia sciolto, e, dietro quell'ordine, mani umane rendono alle membra di Lazzaro la libertà ed ai suoi occhi la vista del sole. È letteralmente la storia del peccatore riconciliato. Soltanto la voce di Gesù può chiamarlo alla conversione, commuovere il suo cuore e indurlo a confessare i suoi peccati; ma poi Gesù lascia alla mano dei suoi ministri di slegarlo, d'illuminarlo e restituirgli i movimenti. Grazie al Salvatore, con un simile prodigio operato proprio in questi giorni, fa giungere al colmo il furore dei suoi nemici. L'ultimo suo beneficio lo consegnò in preda alla loro rabbia. Ora non si allontanerà più da Gerusalemme; Betania, dove ha compiuto il miracolo, non è lungi di qui. Fra nove giorni l'infedele città assisterà al pacifico trionfo del Messia; quindi egli ritornerà a Betania, presso i suoi amici; ma presto rientrerà in città, dove consumerà il sacrificio, i cui meriti infiniti saranno il principio della risurrezione dei peccatori.

Reminiscenze storiche.
Tale consolante attesa portò i primi cristiani a moltiplicare sui dipinti delle Catacombe l'immagine di Lazzaro risuscitato; e questo esempio di riconciliazione dell'anima peccatrice, pure scolpito sui marmi dei sarcofaghi del IV e V secolo, venne anche riprodotto sulle vetrate delle nostre cattedrali. L'antica Francia onorava questo simbolo di risurrezione spirituale con un pio costume, mantenuto nell'insigne abbazia della Trinità di Venderne fino al capovolgimento delle cattoliche istituzioni. Ogni anno, in questo giorno, veniva condotto alla Chiesa Abbaziale un criminale condannato dalla giustizia umana. Egli portava una corda al collo e teneva in mano una torcia del peso di trentatre libbre, in memoria degli anni del divino Liberatore. I monaci uscivano in processione, e il criminale vi assisteva, come anche al sermone che seguiva. Quindi veniva condotto ai piedi dell'altare dove l'Abate, fatta un'esortazione, gl'ingiungeva per penitenza di fare un pellegrinaggio a S. Martino di Tours. Poi gli toglieva la corda dal collo e lo dichiarava libero. Questa liturgica usanza, così cristiana e commovente, risaliva a Luigi di Borbone, conte di Venderne, il quale durante la prigionia in Inghilterra, nel 1426, aveva fatto voto a Dio, se gli restituiva la libertà, di fondare nella chiesa della Trinità, a monumento della sua riconoscenza, un tale annuale omaggio a Cristo che liberò Lazzaro dalla tomba. Il cielo gradì la pietà del principe, che non tardò a ricevere la grazia implorata con tanta fede.

Preghiamo
A noi che consapevoli della nostra infermità, confidiamo nella tua virtù, concedi, o Dio onnipotente, di rallegrarci sempre della tua bontà.
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 611-615)

Lotta agli abusi. Santuario di Lourdes, coperti i mosaici di Rupnik

Posati pannelli di alluminio sopra i mosaici delle due porte laterali della Basilica del Rosario. Nei prossimi giorni stesso trattamento per le due porte centrali, ha annunciato il vescovo Micas. Testo rielaborato nei termini essenziali, poiché ne è vietata la riproduzione. 
Ricordiamo la durissima reprimenda de Il Sismografo sulla vicenda degli abusi sessuali e dell’assoluzione del complice di Padre Rupnik: “Quindi la CDF, presieduta dal gesuita spagnolo card. Luis Ladaria, ha fatto le due cose nel giro di pochi giorni e lo ha potuto fare solo perché ha ricevuto ordini da Papa Francesco. Non esiste un’altra spiegazione. Dire o suggerire qualcosa di diverso non corrisponde alla verità... Il Vaticano deve dare contezza della subitanea remissione della scomunica a Padre Rupnik – scomunica tolta su ordine diretto del Papa –, degli abusi sessuali, del fatto che il gesuita ha continuato tranquillamente a girare il mondo e celebrare Messa e, da ultimo, il fatto che continui tranquillamente a vivere al Centro Aletti, tra i collaboratori (e consacrate?)“.

Lotta agli abusi. Santuario di Lourdes, 
coperti i mosaici di Rupnik

Leggiamo su Avvenire che nel “comprensorio” del Santuario di Lourdes sono stati coperti alcuni mosaici del sacerdote sloveno Marko Rupnik, l’ex gesuita accusato di abusi psicologi e sessuali da alcune religiose. I mosaici di due porte laterali della Basilica del Rosario sono state ricoperte con pannelli di alluminio e «le due grandi porte centrali saranno coperte tra qualche giorno, prima dell’inizio della stagione dei pellegrinaggi a Lourdes». Lo ha annunciato il vescovo di Tarbes e Lourdes, Jean-Marc Micas. Un gesto forte ed eloquente, dal grande valore simbolico, in una delle mete di pellegrinaggio più importanti e amate del mondo.

giovedì 3 aprile 2025

Vescovo Strickland: La Messa Novus Ordo e la formazione sacerdotale hanno causato problemi nella Chiesa

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews una recente articolata intervista rilasciata da Mons. Strickland. Qui l'indice dei precedenti.

Vescovo Strickland: La Messa Novus Ordo e la formazione 
sacerdotale hanno causato problemi nella Chiesa

(LifeSiteNews) — Il Vescovo Joseph Strickland ha dichiarato che il passaggio dalla Messa Tradizionale alla Messa Novus Ordo ha portato a un declino nel sacerdozio, e ha criticato la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti (USCCB) per il fatto che i vescovi siano spinti a "dimenticare di essere successori degli apostoli".

L'ex vescovo di Tyler, Texas, rimosso dalla sua diocesi da Papa Francesco nel 2023 dopo aver criticato l'eterodossia del pontefice [qui], ha evidenziato l'approccio più "comodo" e meno "sacrale" della Messa Novus Ordo durante un'intervista di oltre tre ore rilasciata il 20 marzo a Conor Gallagher, CEO della casa editrice cattolica tradizionale TAN Books.

Ramadan sull'altare: il buffo suicidio dell'Occidente

Sono anni che temiamo e gridiamo contro quanto ora ci appare il peggio che mai potessimo immaginare. E invece è solo l'inizio della fine, se non c'è un risveglio della fede e se non ci aiuta la Provvidenza. Qui l'indice degli articoli sul filo-islamismo. Di seguito riprendiamo un articolo di Giulio Meotti. Siamo alla frutta! Qui l'indice degli articoli sul filo-islamismo.

"Ramadan sull'altare: il buffo suicidio dell'Occidente".
Giulio Meotti

Così scriveva quattro anni fa il romanziere algerino Boualem Sansal: “Desacralizzando e decostruendo tutto abbiamo creato le condizioni per il nostro fallimento senza ritorno”. Sansal aveva visto lungo, molto più degli occidentali che mangiano papaya pensando di costruire un’Europa multiculturale. Per questo è stato appena condannato a cinque anni di carcere in Algeria.

Ci aveva avvisato su quello che è successo ieri in Francia.

E a Torino, “città islamica” (c’era anche il sindaco)-

A Parigi intanto il “miglior pasticciere del mondo”, Pierre Hermé, offriva la sua “collezione Ramadan di macaron”; a Londra, Piccadilly Circus era addobbata con luci e decorazioni comunali che invitano a trascorrere un “Buon Ramadan”; nella catena di supermercati Sainsbury's al cliente si chiedeva se è “pronto per il Ramadan” e al Castello di Windsor il re (e “difensore della fede”, per così dire) era affaccendato per un iftar nella St George's Hall, chiamata così in onore del patrono sotto la cui bandiera i cavalieri crociati cavalcarono in battaglia e oggi molto politicamente scorretta.

mercoledì 2 aprile 2025

2 Aprile 2025 Mercoledì della quarta settimana di Quaresima

2 Aprile 2025 
Mercoledì della quarta settimana di Quaresima

Il grande Scrutinio.

Questo giorno si chiama Feria del Grande Scrutinio, perché nella Chiesa Romana, dopo aver avute le debite informazioni e fatti gli esami si procedeva all'ammissione al Battesimo della maggior parte dei Catecumeni. La Basilica stazionale era a S. Paolo fuori le Mura, sia per la vastità di questo edificio, e sia per rendere omaggio all'Apostolo della Gentilità con le nuove reclute che la Chiesa si disponeva a fare in seno al paganesimo. Il lettore assisterà con interesse ed edificazione alle forme e cerimonie che si osservavano in tale circostanza.

Il Catecumenato.
Riuniti i fedeli e gli aspiranti al Battesimo nella Basilica, all'ora di mezzogiorno, si raccoglievano innanzi tutto i nomi di questi ultimi; poi un accolito li disponeva davanti al popolo, gli uomini a destra e le donne a sinistra. Un sacerdote recitava quindi su ciascuno di loro l'Orazione che li faceva Catecumeni; difatti noi fino adesso li abbiamo chiamati impropriamente e per anticipazione con questo nome. Egli prima li segnava in fronte col segno della croce imponendo loro la mano sul capo; quindi benediceva il sale, simbolo della Sapienza, e lo faceva gustare a ciascuno di loro.

Il vescovo Strickland pubblica una lettera aperta a Trump sulla guerra in Medio Oriente

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews. Il vescovo Strickland esorta il presidente Trump: "Se l'America desidera essere una forza per il bene nel mondo, non deve agire con un'aggressione militare incontrollata, ma con giustizia, prudenza e una sincera ricerca della pace". Qui l'indice dei precedenti interventi del vescovo che non tace.

Il vescovo Strickland pubblica una lettera aperta
a Trump sulla guerra in Medio Oriente


Caro signor Presidente,
Nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo, le scrivo come successore degli Apostoli, spinto dal mio dovere di dire la verità nella carità e nella giustizia. Il peggioramento della crisi in Medio Oriente, dalla guerra a Gaza ai crescenti conflitti regionali, comprese le azioni militari statunitensi nello Yemen, richiede un'urgente riflessione morale. Come pastore di anime, non posso rimanere in silenzio mentre migliaia di persone soffrono le conseguenze dell'escalation della violenza.

La Chiesa cattolica sostiene la dignità sacra di ogni vita umana, creata a immagine di Dio. Il Catechismo ci insegna che “le azioni deliberatamente contrarie al diritto delle genti e ai suoi principi universali sono crimini” ( Catechismo della Chiesa Cattolica , 2313). Ciò si applica a tutte le parti impegnate in una guerra, siano esse nazioni, gruppi militanti o coalizioni. Mentre una nazione ha il diritto di difendersi e proteggere il suo popolo, tali azioni devono rimanere entro i limiti della giustizia, della proporzionalità e della legge morale.

Russia/Ucraina. Vediamo chi veramente ha stracciato gli accordi

1. La Russia ha invaso l'Ucraina senza motivo? 2. Putin ha mire espansionistiche o si sta difendendo? 3. Ha cominciato la Russia o l'Ucraina? L'articolo che segue svela finalmente tutta la verità. Caso chiuso. Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.

Russia/Ucraina. 
Vediamo chi veramente ha stracciato gli accordi

“Trattare con Putin è impossibile perché Putin non rispetta gli accordi e viola i trattati. La colpa della guerra in Ucraina è soltanto sua”.
Quale rivista scientifica pubblicherebbe una tesi del genere? Nessuna. Quando si tratta di spiegazione causale, il metodo delle scienze storico-sociali prevede di includere il punto di vista di tutti gli attori coinvolti nello studio.
Secondo i russi, i primi a violare i trattati sono stati gli ucraini. È vero? Indaghiamo per verificare.

L’Ucraina ha violato il Trattato di amicizia, cooperazione e partenariato russo-ucraino, firmato a Kiev il 31 maggio 1997 da Kuchma e Eltsin iniziando una corsa verso il baratro. Quel Trattato, noto anche come il “grande trattato”, impegnava l’Ucraina a non usare il proprio territorio per nuocere alla sicurezza della Russia e viceversa. Ne consegue che il Trattato russo-ucraino del 1997 proibiva a entrambi di stringere alleanze militari ritenute pericolose dalla controparte.